Ricognizione

La ricognizione archeologica nella regione indagata da PARTeN è stata preceduta da uno studio sistematico delle fonti cartografiche disponibili e dall’analisi e interpretazione delle fotografie satellitari e aeree, con lo scopo di identificare potenziali nuovi siti archeologici. In particolare si sono rivelate estremamente utili le fotografie scattate nel 1955 dall’Hunting Aerial e ora custodite dal British Institute for the Study of Iraq (BISI), ma soprattutto le immagini satellitari CORONA. L’estrema utilità delle immagini CORONA è dovuta principalmente alla loro età, infatti anche se obsolete dal punto di vista tecnologico e con una definizione ridotta, queste sono state scattate nella seconda metà del 1960, quando la crescita urbana e l’agricoltura intensiva meccanizzata non avevano ancora radicalmente alterato e in parte cancellato il paesaggio archeologico. Quest’analisi sistematica delle immagini telerilevate ha portato all’identificazione di numerosi potenziali siti archeologici (oltre 500), che sono stati poi verificati e indagati attraverso la ricognizione sul campo.

La grande estensione dell’area di studio inclusa in PARTeN (circa 3000 km2) ha reso necessaria l’adozione di una strategia di ricognizione mista a bassa intensità, condotta utilizzando veicoli fuoristrada e ricognizione a piedi. Una ricognizione off-site basata su una strategia di campionatura stratificata fondata su transetti sarà condotta nelle future campagne di ricognizione con lo scopo di indagare in maniera sistematica la parte superiore del pedemonte degli Zagros, dove l’analisi delle immagini telerilevate si è rivelata inefficace. In questa area, infatti, le numerose basse colline che caratterizzano il paesaggio sono facilmente confondibili con siti archeologici. La ricognizione intensiva per transetti si occuperà anche di indagare le aree intorno ai siti maggiori e caratterizzati da una lunga sequenza di occupazione, come Ger-e-pan, Jerahiyeh, Tell Jamma Resh, Tell Gomel, Asingrian, Tell Amiyan e altri, con l’obiettivo di individuare la possibile presenza di siti non riconosciuti attraverso l’analisi delle immagini satellitari o la ricognizione di tipo estensivo, per registrare la dispersione dei materiali e indagare più approfonditamente lo sfruttamento del territorio e le antiche vie di comunicazione.

Durante la ricognizione, i siti e i loro limiti sono stati individuati sul terreno in base a tre parametri: la presenza di antrosuoli organici, la concentrazione di reperti archeologici in superficie e il rilievo.

Tutte le aree di raccolta di materiale archeologico e le osservazioni fatte sul campo sono state registrate attraverso un ricevitore GPS e integrate in un Sistema Informativo Geografico (GIS). Tutti gli insediamenti individuati dalla ricognizione sono stati indagati attraverso una tecnica intensiva a copertura totale, con aree di raccolta determinate sulla base della topografia del sito. Gli angoli e i punti significativi sui confini di ogni unità sono stati segnati visibilmente e le loro posizioni registrate tramite GPS in modo da permettere la ricostruzione dello sviluppo del sito durante i diversi periodi di occupazione.

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